NUOVI SINTOMI SPIA: l’Italia si prepara alla nuova influenza | Chi è senza vaccino rischia grosso

Bambina e vaccino (Depositphotos foto) - www.guidamamme.it

Bambina e vaccino (Depositphotos foto) - www.guidamamme.it

In Italia parte la nuova sorveglianza sanitaria: più attenzione ai sintomi iniziali e focus su chi non è vaccinato.

Con l’arrivo dell’autunno e le prime giornate fredde, tornano puntuali anche i malanni di stagione. Ogni anno è la stessa storia, ma stavolta l’aria è diversa. Non si parla solo di influenza “classica”, ma di qualcosa di più vasto, più… articolato. E mentre le persone iniziano a tirar fuori i primi fazzoletti, le istituzioni sanitarie hanno già alzato il livello di guardia. La macchina del monitoraggio è partita, ed è tutta centrata su un’idea: non farsi cogliere impreparati.

Ciò che colpisce, più di tutto, è come una semplice tosse o un raffreddore possano oggi avere ripercussioni ben più ampie rispetto al passato. E allora via a strategie condivise tra medici, pediatri, laboratori regionali… tutti chiamati a fare la loro parte per contenere eventuali impennate nei contagi.

In mezzo a tutto questo, la comunicazione pubblica ha acquisito un ruolo centrale. Non basta più il classico volantino al medico di base. Ora ci sono portali interattivi, bollettini settimanali, notifiche sui cellulari. L’informazione diventa un’arma, un modo per fare scelte consapevoli e ridurre i rischi. E magari anche per riconoscere quei segnali che spesso ignoriamo, ma che potrebbero dire molto di più di quanto pensiamo.

Nel frattempo, le persone hanno iniziato a cambiare abitudini. Si rivedono mascherine nei mezzi pubblici, si starnutisce nel gomito, si torna a parlare (finalmente!) di prevenzione. Ma non è solo buon senso: dietro c’è una struttura di sorveglianza che si fa sempre più sofisticata. L’obiettivo? Intercettare i sintomi “anomali” prima che diventino casi gravi. E non sempre è facile. O meglio… non lo era fino a poco tempo fa.

Nuovi strumenti e una rete che si allarga

Da qualche giorno è ufficialmente partita la nuova sorveglianza stagionale delle infezioni respiratorie. A coordinarla è la rete RespiVirNet, guidata dall’Istituto Superiore di Sanità insieme al Ministero della Salute. È un sistema che coinvolge un sacco di soggetti: medici, pediatri, laboratori, tutti impegnati a raccogliere dati e capire come si sta muovendo il virus (anzi, i virus). E la parola d’ordine è una: prevenire.

La prima grande novità riguarda proprio il modo in cui vengono classificati i casi. Non si parla più di “sindrome simil-influenzale”, quella che conoscevamo tutti come Ili, ma di infezioni respiratorie acute, le cosiddette Ari. Cambia tutto. O quasi. Il sistema, ora, riesce a riconoscere meglio tutta la varietà di virus che circolano, e questo è un passo importante. Ah, e c’è anche un nuovo protocollo operativo, quasi pronto, che aggiorna tutti i passaggi per diagnosi, tamponi, sintomi e… vaccini.

Vaccino (Depositphotos foto) - www.guidamamme.it
Vaccino (Depositphotos foto) – www.guidamamme.it

Quattro segnali chiari e un rischio concreto per i non vaccinati

Ecco, a proposito di sintomi. Come riporta Adnkronos, ci sono quattro “campanelli d’allarme” che devono metterci in allerta: tosse, mal di gola, raffreddore (quello con il naso che cola, per capirci) e difficoltà respiratoria. A questi si aggiunge l’insorgenza improvvisa. Se compaiono questi sintomi, meglio non aspettare: il tampone, spiegano gli esperti, va fatto entro i primi 7 giorni.

Ma non è finita qui. Nei nuovi moduli di raccolta dati, c’è anche uno spazio tutto dedicato alle vaccinazioni: sia quella antinfluenzale che quella contro il Covid, senza dimenticare – nei bimbi più piccoli – il virus sinciziale. Questo perché la copertura vaccinale gioca un ruolo chiave. Chi è scoperto, o non ha fatto i richiami, potrebbe trovarsi davanti a complicazioni maggiori.