Segnali di PERICOLO: Controlla subito la giacenza sul conto | Sono guai se superi questa cifra
Una giacenza preoccupante (Canva) - guidamamme.it
Per non avere cattive sorprese, conviene controllare sempre il proprio conto in banca. Altrimenti, il rischio è di trovare un bel “0”.
Le tasse fanno parte della nostra vita quotidiana, sebbene spesso ci si chieda il perché si debbano però pagarle praticamente su tutto. Ogni acquisto, servizio o proprietà, sembra infatti comportare un’imposta, e la sensazione è quindi quella di vivere in un sistema in cui nulla è davvero gratuito.
Alla base di siffatto meccanismo, c’è la necessità dello Stato di finanziare i servizi pubblici, come sanità, istruzione, infrastrutture e sicurezza. E senza le tasse, tutto ciò non potrebbe esistere; almeno, non nella forma che conosciamo oggi.
Negli anni, la pressione fiscale è aumentata, e molti cittadini percepiscono il fisco come uno strumento di controllo, più che di equità.
Nascendo, il problema, proprio quando il peso delle imposte supera la reale capacità economica delle persone: mutando quindi un dovere civile, in un motivo di frustrazione e sfiducia, verso le istituzioni.
Una tassa che sorprende i risparmiatori
Negli ultimi mesi, molti italiani hanno segnalato piccoli addebiti sui propri conti correnti, spesso senza comprenderne l’origine. Trattandosi, in realtà, della cosiddetta tassa sulla giacenza, un’imposta che colpisce chi tiene i relativi risparmi fermi in banca, oltre una certa soglia. Come spiegatoci dal sito corrieredicomo.it, questa misura non è nuova, eppure continua a generare dubbi e polemiche fra i correntisti, i quali la percepiscono come una penalizzazione verso chi risparmia.
Un tempo, il conto corrente rappresentava infatti, una garanzia di sicurezza, mentre oggi può invece trasformarsi in una spesa fissa. Le banche, dal canto loro, applicano commissioni e spese di gestione, ma la tassa sulla giacenza agisce in modo ancora più discreto: ovvero, colpendo automaticamente solo chi supera un determinato limite di saldo medio annuale; anche se il denaro non produce alcun reddito. Ecco perché, tenere troppo denaro “immobile”, può diventare un peso economico.

Cos’è davvero la tassa sulla giacenza
Quest’imposta, più precisamente nota come imposta di bollo, prevede un addebito annuo di 34,20 euro per i privati; e di 100 euro, per le aziende. Applicandosi solo se la giacenza media supera i 5 mila euro, venendo trattenuta direttamente dall’istituto bancario. Chi mantiene somme inferiori, di fondo, non paga nulla, ma spesso non è comunque consapevole di aver sforato la soglia.
Insomma, la tassa sulla giacenza non è un errore, né un furto, ma un prelievo previsto dalla legge. Quantunque molti cittadini, la scoprano solo a posteriori, segno di una scarsa informazione sui propri strumenti finanziari. Così, per evitare sorprese, è perciò fondamentale controllare con regolarità l’estratto conto, e valutare alternative d’investimento; tali da trasformare il risparmio in una risorsa, e non in un costo.
